Social Egg Freezing: una scelta consapevole, tutta al femminile

Sempre più spesso, anche chi desidera fortemente diventare genitore sceglie, in giovane età, di posticipare la ricerca di un figlio per dedicarsi alla propria crescita professionale e a raggiungere una stabilità economica. Può accadere che al trascorrere del tempo non venga data la giusta considerazione. Ad esempio, si crede che mantenere un buono stato di salute generale e seguire uno stile di vita sano siano sufficienti per preservare la propria fertilità. Tuttavia, quando sembra arrivato il momento giusto per avere un figlio, ci si rende conto che l’avvio di una gravidanza non è così facile e che l’età è un fattore che pesa sulla fertilità molto più di quanto si creda, soprattutto per le donne.

Ne parliamo con il Dottor Michael Jemec, Direttore Medico del Centro ProCrea.

Dottor Jemec, quando si è “troppo adulti” per concepire un figlio?
Dalle ricerche emerge che in Europa l’età media del primo concepimento è intorno ai 30 anni, in Italia 31. Una persona a 30 anni ha appena iniziato la sua vita da adulto, è nella fase di maggiore crescita professionale, tuttavia la capacità riproduttiva inizia a diminuire in modo sostanziale proprio a quell’età e il fattore tempo gioca un ruolo fondamentale, soprattutto in una donna, perché la sua capacità di riprodursi è strettamente legata all’età biologica delle ovaie. Dal punto di vista biologico, infatti, l’età migliore per avere un figlio è circa 23 anni, una fase della vita in cui generalmente si studia o ci si affaccia al mondo del lavoro.

Se a 25 anni la probabilità di concepimento in una coppia fertile è intorno al 20-25% per ciclo ovulatorio, questa percentuale si dimezza al di sopra dei 35 anni e tende a diminuire ancora di più andando verso i 40 anni.

Cosa può fare una donna per mantenere giovani i propri ovuli?
Adottare uno stile di vita sano per mantenersi in buono stato di salute generale è senz’altro importante, anzi, fondamentale, ma non è sufficiente poiché i fattori che incidono sulla fertilità sono molti, primo fra tutti, come abbiamo visto, l’invecchiamento fisiologico del corpo.

La scienza viene in aiuto delle donne con la crioconservazione, una procedura che consente di congelare gli ovociti e di utilizzarli per una procedura di procreazione medicalmente assistita da effettuare in un momento successivo a quello del prelievo. In questo modo, per il concepimento verranno utilizzate cellule che, grazie al congelamento, non avranno risentito del ticchettio dell’orologio biologico.

In questo modo, quindi, una donna può scegliere di crearsi una “riserva” di ovociti?
Scegliere di crearsi una vera e propria “riserva” di ovociti è esattamente lo scopo della procedura chiamata “Social Egg Freezing”. La crioconservazione degli ovociti consente alle donne di avere a disposizione una riserva ovocitaria per pianificare la gravidanza nei tempi da loro ritenuti più idonei. Quando la procedura viene applicata allo scopo di conservare la fertilità in caso siano necessarie terapie antitumorali si parla di “Medical Egg Freezing”.

Come funziona la procedura?
Sulla paziente che sceglie di accedere al Social Egg Freezing, qui in ProCrea si effettua anzitutto un ciclo di stimolazione ormonale, in modo da produrre un numero di ovociti superiore al consueto. In questo modo, aumentano sia le probabilità di sopravvivenza degli ovociti sia la possibilità di successo della procedura di fecondazione dopo la crioconservazione.

Al termine del ciclo di stimolazione ormonale si procede con il prelievo ovocitario, sotto breve sedazione indolore. Il numero minimo di ovociti da prelevare affinché realisticamente vi siano delle chance di successo è 12 ma, in base alla nostra esperienza, 20 è preferibile. Gli ovociti prelevati vengono crioconservati in azoto liquido, in piccole provette, anche per lungo tempo (anche per 5-10 anni). Quando è il momento giusto per iniziare la gravidanza, gli ovociti vengono scongelati e fecondati tramite ICSI (microinseminazione), prima di essere trasferiti nell’utero materno.

La procedura dev’essere effettuata preferibilmente entro i 35 anni, in modo da avere una maggiore probabilità di successo.

Chi è la donna-tipo che sceglie il Social Egg Freezing?
Le donne che scelgono il Social Egg Freezing hanno un profilo eterogeneo.

Hanno un’età perlopiù inferiore ai 35 anni, desiderano diventare madri ma, per diversi motivi, preferiscono posticipare la gravidanza. Donne comuni, quindi, che studiano, lavorano, viaggiano, si informano e scelgono.

ProCrea ha deciso di regalare alle proprie dipendenti l’accesso al Social Egg Freezing. Ci racconta com’è successo?

È molto semplice. Tempo fa alcune nostre collaboratrici manifestarono il desiderio di congelare i propri ovociti. In ProCrea prestiamo molta attenzione al personale, siamo convinti che la soddisfazione delle nostre collaboratrici e dei nostri collaboratori sia fondamentale per poter dare il meglio alle nostre pazienti.

È per questo che abbiamo deciso di dare la possibilità a tutte le nostre dipendenti di accedere gratuitamente alla procedura di Social Egg Freezing presso la nostra clinica. Ci definiamo un team unito che accompagna le coppie verso la vita, non potevamo che dare ascolto a chi del team fa parte integrante.

 

 

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